13 luglio 2011


Premetto che non sono due giorni che mi occupo di cani e che, dal primo giorno di tanti anni fa in cui il primo cane entrò nella mia casa e nella mia vita li ho sempre trattati con grandissimo rispetto e cercando sempre di assicurare loro il massimo in termini di legalità e benessere. Dunque tutti i cani che mi sono stati compagni hanno avuto sempre un tatuaggio o un microchip, sono stati sempre registrati all' anagrafe canina anche quando non era ancora obbligatorio, sono stati assicurati ed hanno vissuto sempre con me dividendo ogni più piccolo spazio della mia casa e non certo relegandoli da soli in un giardino.
Allo stesso modo non li ho mai lasciati da nessuna parte per andarmene in vacanza, ma, quando possibile, li ho sempre portati con me, viceversa le vacanze le ho fatte a casa. 
Non mi pare di aver fatto alcuno sforzo per realizzare tutto ciò... semplicemente ho fatto ciò che ritenevo più giusto fare per dare ai miei cani uno status giuridico ed un' identità e assicurarmi che, nel malaugurato caso che mi fossero sfuggiti dal guinzaglio e si fossero persi, avrebbero potuto sempre essere identificati e ricondotti a me e non fossero mai portati in canile. Come anche l'assicurazione mi avrebbe messo al riparo da eventuali danni che avrebbero potuto provocare.
Per me è una cosa normale prendermi le responsabilità dei miei cani.
Forse perchè il mio percorso con questa meravigliosa specie di animali è cominciato con una delle razze in assoluto più difficili mi sono 'formata' su certi parametri che mi hanno consentito, in seguito, di non sottovalutare mai anche il più minuscolo dei cani, conscia che -dal più piccolo al più grande- sono capacissimi di eludere la nostra sorveglianza e di trovare i modi più rocamboleschi per uscire dal loro mondo e andarne ad esplorare di nuovi. E' nella natura del cane essere curioso... e per evitare sorprese di qualsiasi tipo casa mia e gli ambienti circostanti sono diventati una sorta di bunker.
Un cane può scappare dalle mie mani, come è successo, solo per la rottura del guinzaglio o del collare, difettosi già all'origine. Non certo perchè ho agito con superficialità o ho sottovalutato le sue potenzialità.
Magari a qualcuno sembrerà presunzione, ma questo per me è solo uno dei tanti modi di dimostrare ai miei cani che alla loro vita e alla loro incolumità ci tengo e che preferisco vederli correre felici su un prato piuttosto che sdraiati sul tavolo del veterinario feriti o moribondi.
Prima di entrare in volontariato attivo le leggi che regolano il rapporto con i cani e la loro corretta gestione le conoscevo fra sì e no, non ho avuto bisogno che entrasse in vigore la legge per applicare il microchip ai miei cani, non ho mai avuto alcuna paura delle sanzioni... ho avuto paura di perderli e non poterli ritrovare mai più, questo sì. Ho avuto paura che potessero danneggiare qualcuno senza che io potessi risarcire il danno. 
Inconsapevolmente ho fatto già tanti anni fa ciò che oggi è obbligatorio per legge. Per me era un piacere dare ai miei cani uno status giuridico... nel momento in cui facevo tatuare un cane o facevo applicare un microchip nella mia mente dicevo al mio cane: 'Ecco... da oggi tu esisti... ed esisti per me! Con questo gesto ti sto dicendo che starai per sempre con me e che non sarai mai abbandonato'. 
Io vivo in Sicilia, e quello che per me è sempre stato la norma da tanti anni qui è pura esagerazione. Cani che non vengono microchippati, cuccioli ceduti 'pur di dargli una casa', cani adulti che passano da una mano all'altra senza trasferirne la proprietà, cani che scappano dei quali non viene denunciato lo smarrimento... E se poco poco provo a dire che la legge prescrive delle precise regole mi sento anche dire che se avessi avuto davanti il pezzo grosso di turno mi sarei comportata diversamente. 
Sì, è vero... avrei fatto ancora peggio!